Nato a Milano il 18 giugno 1952, Giuseppe De Carli è cresciuto a Lodi in una famiglia di agricoltori. Ha conseguito due lauree, in Filosofia e in Scienze politiche, in seguito ha ottenuto un baccalaureato in Teologia. È stato insegnante di Lettere in alcuni Istituti Tecnici lodigiani. Vaticanista per la RAI, è stato consulente per la fiction Papa Luciani, il sorriso di Dio, sulla vita di Giovanni Paolo I.

Come vaticanista del Tg1 Giuseppe De Carli ha seguito per vent’anni Giovanni Paolo II nei suoi innumerevoli viaggi, per poi fondare Rai Vaticano, la struttura che attualmente dirigeva.

Tra le iniziative più clamorose da lui pensate e realizzate «La Bibbia giorno e notte», un’idea unica e incredibile: far leggere l’intero testo sacro, Antico e Nuovo Testamento, integralmente e senza interruzioni da oltre milleduecento lettori che si sono alternati sul leggìo della chiesa romana di Santa Croce in Gerusalemme nell’ottobre del 2008.

Autore di numerosi libri, tre dei quali dedicati a Benedetto XVI-Joseph Ratzinger, De Carli è stato “la voce del Papa”, entrando nelle case di milioni di italiani con la sua voce inconfondibile e sicura, la simpatia e una passione contagiosa per la Chiesa, che ha amato e fatto amare da vero figlio di Dio.

Questa voce, aggredita dal male, si è spenta per sempre ai suoni di questo mondo terreno la mattina del 13 luglio 2010 al Policlinico Gemelli di Roma.

I funerali si sono svolti il 15 luglio 2010 a Roma, nella sua parrocchia di residenza, Santa Maria in Traspontina, officiati dall’Arcivescovo Rino Fisichella, e poi la salma è stata tumulata a Lodi, nel cimitero di Riolo.

Questo sito è stato creato per ricordare un amico, un collega, una persona speciale, che vive costantemente nel mio cuore e spero, da oggi, anche nel vostro. Se avete conosciuto Giuseppe, o l’avete incontrato, magari anche una volta soltanto, scrivete a questo indirizzo.

IL MIO RICORDO DI GIUSEPPE

[Articolo scritto da Maria Amata Di Lorenzo per il numero di luglio 2011 del mensile Madre di Dio in cui traccia un ricordo del vaticanista Giuseppe De Carli]

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“Lei si chiama Maria, vero? Io sono Giuseppe… Se non ha niente in contrario, pensa che potremmo darci del tu?”. Sono le prime parole che il vaticanista Giuseppe De Carli, affermato volto e “microfono” storico del TG1, rivolgeva a una giovane collega che allora, molti anni fa, era praticamente agli esordi nel campo della comunicazione religiosa.

Gentile, misurato, senza fronzoli, ma dotato di grande carica umana e di inesauribile passione per ogni cosa che faceva, una passione che sapeva farsi contagiosa e coinvolgere nel profondo anche gli altri, come ben sa chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. Così chi ora scrive queste note ricorda il giornalista e scrittore Giuseppe De Carli prematuramente scomparso il 13 luglio di un anno fa. Un uomo che viveva ogni aspetto del suo lavoro come una vocazione. Un vero outsider dell’informazione religiosa, alla quale si era preparato con passione, tenacia ed entusiasmo, doti che appartenevano al suo carattere forte e sincero, di padano tutto d’un pezzo.

Giuseppe De Carli era nato a Milano il 18 giugno del 1952 ed era cresciuto a Lodi – città a cui resterà sempre legatissimo – in una famiglia di agricoltori. Aveva conseguito due lauree, in Filosofia e in Scienze politiche, ottenendo in seguito un baccalaureato in Teologia. Trasferitosi a Roma intorno alla metà degli anni Ottanta, come vaticanista del Tg1 aveva seguito per quasi vent’anni Giovanni Paolo II nei suoi innumerevoli viaggi, per poi fondare Rai Vaticano, la struttura che ha diretto fino al giorno della sua morte.

Tra le molte iniziative da lui pensate e realizzate la più clamorosa è stata certamente «La Bibbia giorno e notte». Un’idea unica e incredibile: far leggere l’intero testo sacro, Antico e Nuovo Testamento, integralmente e senza interruzioni da oltre milleduecento lettori che nell’ottobre del 2008 si sono alternati sul leggìo della chiesa romana di Santa Croce in Gerusalemme. Un irripetibile successo di pubblico e di ascolti.

Autore di numerosi libri, tre dei quali dedicati a Benedetto XVI-Joseph Ratzinger, De Carli è stato “la voce del Papa”, entrando per anni nelle case di milioni di italiani con il suo timbro inconfondibile e sicuro, la simpatia e una passione contagiosa per la Chiesa, che ha amato e fatto amare da vero figlio di Dio. Questa voce, aggredita dal male, si è spenta per sempre ai suoni di questa terra la mattina del 13 luglio 2010 al Policlinico Gemelli di Roma.

I funerali si sono svolti nella sua parrocchia di residenza, Santa Maria in Traspontina, officiati dall’Arcivescovo Rino Fisichella, e poi la salma è stata tumulata a Lodi, la “sua” Lodi, come lui stesso aveva desiderato.

Profonde, e soprattutto vere, le parole del discorso funebre tenuto dal presule che del giornalista televisivo era stato compagno di scuola nel liceo lodigiano: “De Carli – ha ricordato quel giorno Mons. Fisichella – amava essere amico e ritrovava nell’amicizia i valori della fede cristiana… Era centrale per lui la ricerca della volontà di Dio sul suo progetto: nel silenzio della sua riflessione ha ricercato fino alla fine della sua esistenza la volontà di Dio, affidandosi alla sua Misericordia”.

E ancora: “Come uomo e come credente – ha detto – Giuseppe De Carli era stato sfiorato dalla vocazione sacerdotale, lambito dall’impegno politico ma ha poi trovato la sua strada quando si è immerso nell’informazione religiosa che con caparbietà ha voluto raggiungere e che ha poi servito con la schiettezza che caratterizza noi lodigiani che non andiamo a ricercare tante vie traverse e proprio per questo non sempre siamo capiti. Ha voluto creare in Rai una struttura capace di una informazione religiosa di qualità. Non si è improvvisato vaticanista ma si è preparato a svolgere al meglio uno dei ruoli più difficili per un giornalista. E i suoi servizi rimarranno nella storia perché De Carli – ha spiegato il presule – capiva l’importanza dell’informazione religiosa e di svolgere coerentemente questo ruolo: le parole di Gesù quello che vi dico ditelo sui tetti le ha tradotte in tante cronache dalla terrazza di Rai Vaticano, affacciata su piazza San Pietro”.

Così De Carli, ha concluso Fisichella, “ha reso grande servizio alla Chiesa per aver comunicato al paese l’attività della Santa Sede e delle chiese locali. Ma ha voluto soprattutto dare voce alla Parola di Dio con l’iniziativa culminante della sua storia professionale: quella ininterrotta lettura della Bibbia che riunì nella Basilica di Santa Croce cattolici, protestanti, ebrei e non credenti…”.

Un grande professionista, un cattolico convinto, un uomo libero. Tutto questo è stato ben recepito dal variegato popolo di Dio che ha seguito per oltre vent’anni De Carli sul primo canale della RAI sentendo in lui il fratello, il compagno di strada, l’amico nella fede, come ben testimoniano gli innumerevoli messaggi pervenuti fino ad oggi al sito e all’affollata pagina a lui dedicata su Facebook, dove in tanti ricordano ancora – e sovente rimpiangono – le sue telecronache, sempre puntuali e intelligenti, e il timbro caldo della sua voce, il profondo amore per la Chiesa che nutriva come uomo prima ancora che come vaticanista.

L’infaticabile narratore dei grandi eventi papali era indubbiamente un “fuoriclasse” dell’informazione religiosa; nel privato era un uomo semplice, schivo di onori, molto riservato, che aveva il pudore dei sentimenti e una sorprendente umiltà. Era inoltre profondamente devoto della Madonna. E non è certo un caso che l’ultimo libro dato alle stampe poco prima della sua morte sia proprio un testo di carattere mariano: il libro-intervista realizzato con il card. Tarcisio Bertone, L’ultimo segreto di Fatima (Rai Eri-Rizzoli), ricostruzione di quel grande evento di grazia che ha aperto il ventesimo secolo e impresso un segno formidabile alla storia e al pontificato di Giovanni Paolo II.

In questo libro, che è poi la versione aggiornata ed ampliata del libro L’ultima veggente di Fatima (uscito nel 2007), Bertone rievoca i suoi incontri con la pastorella di Fatima e ripercorre la vicenda delle apparizioni miracolose, dai primi racconti dei tre bambini all’atteggiamento inizialmente cauto della Chiesa fino alla svolta arrivata con Giovanni Paolo II. Oltre ai documenti autografi di suor Lucia e all’interpretazione teologica dell’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, card. Ratzinger, il libro offre le profonde riflessioni di Bertone sul ruolo della devozione mariana e sul rapporto che due papi tanto diversi come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno con la figura della Vergine.

“Il messaggio di Fatima – afferma nel libro De Carli – ci viene incontro col linguaggio del sangue e della sofferenza e si raggruma intorno alla figura di Giovanni Paolo II. Non si può negare che il pontificato wojtyliano sia stato segnato profondamente dalla Vergine di Fatima… Il cardinal Bertone ha interrogato più volte suor Lucia e si è imbattuto nel mistero. Una ricostruzione – spiega De Carli – sospesa fra cielo e terra, da far venire i brividi. In più, il cardinal Bertone, ora Segretario di Stato del Papa, ci accompagna da un pontificato all’altro, traghettandoci da un Papa mariano all’altro. Perché anche Ratzinger ha una spiritualità mariana, come si è visto con tutta evidenza a Fatima. Una lettura spirituale avvincente, dove ogni tessera, alla fine, si colloca in un mosaico splendente, che coniuga religiosità popolare e religiosità colta. I santuari mariani – concludeva De Carli – sono le fortezze invincibili della fede, sono una risorsa di bene contro il male”.

(c) Maria Amata Di Lorenzo – all rights reserved

Articolo pubblicato sul mensile Madre di Dio – luglio 2011  * Riproduzione vietata.